Associazione Padre Carlo Ubbiali
Breve presentazione degli interventi sociali previsti per l'anno 2022 tra le comunità indigene del Maranhão e in alcune periferie di São Luís - Brasile
Introduzione
Forse non é il caso di fare una valutazione di ciò che abbiamo cercato di costruire nello scorso anno (basta la lista dei micro-interventi già inviata) e neppure di fare un ulteriore diagnosi socio-economica delle comunità indigene e di altre realtà di nostra conoscenza anche perché non sono state oggetto di cambiamenti significativi. Mi limito a presentare, per sommi capi, i principali problemi e sfide tanto per avere un'idea, quantunque vaga, della realtà indigena attuale e di alcune altre zone urbane. Lo farò in maniera sintetica e senza un ordine prettamente logico. Ricordiamo che si sta cercando di seguire 4 territori indigeni: Canabrava, Bacurizinho, Morro Branco e Arariboia per un totale di circa 160 piccoli o medi villaggi, che variano dalle 60 alle 300 persone. Evidentemente, é impossibile visitarli tutti e seguirli con una certa sistematicità, ciò non toglie la necessità di mantenere, comunque, un contatto permanente con i loro 'leaders, o caciques'. Come avevamo già annunciato ci stiamo espandendo nella terra indigena Arariboia, o almeno, in quei villaggi che si trovano ai margini della strada statale tra Grajaú e Arame. Oltre ai micro-interventi nella realtà indigena dello stato, come si sa, la nostra Associazione aiuta puntualmente anche persone e categorie sociali che vivono in stato di precarietà nella città di São Luís delle quali veniamo a conoscenza (aiuti alimentari, restauri o completamenti o costruzioni di piccole case, fornitura di medicinali, ecc. tutto questo a seconda dei casi)
Situazione, problemi, sfide, prospettive
- É doveroso riconoscere che la questione indigena con le sue problematiche e sfide é trattata marginalmente da questo governo. E quando lo fa é per favorire gruppi e imprese interessate allo sfruttamento del patrimonio ambientale e minerale dei territori e alle iniziative legate al business agroalimentare.
- In questi tre anni di governo dell'innominabile non c'é stata una sola demarcazione o riconoscimento legale di un territorio indigeno. Attualmente ci sono in Brasile 726 terre indigene ma ne mancano ancora 239 in attesa di ricevere una legittimazione legale e da registrare come bene dell'Unione Federale. Con questo governo tutto si é fermato, anzi, facilita l'entrata nei territori di cercatori d'oro, allevatori di bestiame e coltivatori di soia.
- L'organo ufficiale di difesa dei popoli indigeni, la FUNAI, é amministrata da un militare che non ha percezione, non capisce nulla di queste cose, ciononostante mette a disposizione risorse e funzionari per fare il gioco di coloro che mirano ad avere interessi per il patrimonio indigeno.
- Le differenti varianti del Covid, allo stato presente, non stanno minacciando la salute pubblica delle comunità. Attualmente, a parte alcuni casi, tutti hanno ricevuto due o tre dosi di vaccino. Nessuno usa più la mascherina, ciò non significa che non esista ancora il pericolo di ricaduta.
- Quest'anno le piogge sono iniziate in maniera precoce e positiva impedendo, da una parte, il sorgere di incendi, che ogni anno flagellavano le foreste nei vari territori, dall'altra, un'intensa attività agricola, con differenti tipi di piantagioni, che lascia ben sperare.
- Non possiamo dire che c'é stata un'abbondanza alimentare degna di nota, ma certamente, é migliorata sotto questo aspetto la situazione in molti villaggi: la produzione alimentare é stata molto maggiore e con più varietà.
- Molte famiglie sembrano aver capito e accettato che solamente con gli scarsi ausili governativi, attraverso la via dei programmi sociali (incostanti e insicuri), non riescono a vivere con una certa dignità, perciò si son date da fare per puntare alla loro autonomia alimentare e, in parte, anche a quella economica in senso lato.
- Sussiste ancora molti villaggi, che pur ricevendo l'energia elettrica e non avendo le condizioni materiali per l'acquisto di attrezzature agricole adeguate, la pratica di un'agricoltura manuale, logorante e poco produttiva che, tra l'altro, non motiva i giovani a rimanere e a investire nella terra.
- L'educazione scolastica indigena, eccetto alcuni villaggi, da due anni è praticamente inesistente a causa del Covid. Essendo, anche qui da noi, la didattica eseguita tramite on line e non avendo internet nei villaggi, poco o niente si é fatto: un vero disastro, ma apparentemente nessuno soffre o reclama più di tanto!
- Persistono minacce all'integrità territoriale per la presenza di ladri di legname pregiato (a volte con la complicità di alcuni indigeni) ma in chiara diminuzione, anche perché laddove esiste ancora foresta, gli indios sono abbastanza organizzati da non permettere l'entrata dei commercianti di legname.
- In alcune regioni dove siamo presenti notiamo che esistono ancora situazioni di violenza e di tensione sociale, anche interna agli stessi indigeni. Perdurano in alcuni punti della strada federale BR 226 casi di assalti perpetrati da giovani indigeni tanto da creare un malessere interno alla comunità indigena. Inoltre assistiamo anche ad aggressioni e abusi dovuti a interventi di polizia, questi, mossi purtroppo anche da pregiudizi secolari.
- É notevole l'impegno e la dedizione di molti leaders indigeni nello sforzo per riunirsi, dibattere e cercare vie concrete per risolvere i problemi collettivi. Sono determinati anche nella ricerca di appoggi e sostegni istituzionali, purtroppo ricevendo solo promesse. Tuttavia non si scoraggiano e insistono nell'individuare delle alleanze con coloro che si dimostrano sensibili alle loro richieste di collaborazione.
- Un ultimo punto sulla questione indigena, in vista della nostra programmazione, é la costante attenzione che molti villaggi danno alla loro identità culturale. Nonostante i cambiamenti e le influenze locali esterne, molti mantengono vive tradizioni e manifestazioni di carattere culturale e identitarie, senza rinunciare, comunque, alla comodità e facilità che la tecnologia offre...
- Non potrei omettere, infine, di ricordare che come Associazione ci mettiamo a disposizione per aiutare determinate realtà, scottanti sotto l'aspetto sociale, delle quali veniamo a conoscenza, sia nella città di São Luis (donne vittime della prostituzione e droga, casi di famiglie senza casa o con il fine di migliorarne le condizioni, persone con malattie o bisogni speciali, confezioni con alimentari di base, ecc.) sia all'interno dello stato, cioè, in quelle comunità in cui il sottoscritto ha lavorato e mantiene tuttora contatto (Piquiá, Grajaú....)